De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

family web site

Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Cenni di Araldica e Diritto Nobiliare

di Eleonora Gabriele

Il termine "araldica" trova la sua origine dalla pratica degli araldi (nel medioevo, ufficiali della corte reale o feudale o del comune, incaricati di rendere pubbliche le decisioni e le leggi del signore o delle autorità comunali e sim.) di controllare, prima dei tornei, la conformità delle armi e delle insegne dei partecipanti.

Nasce così lo stemma, fregio di famiglie titolate, realizzato assemblando elementi essenziali quali lo scudo e le figure, la corona, il cimiero, l'elmo, il cercine, il manto, gli svolazzi ed altri ornamenti.

Il segno distintivo dello stemma rimane, tuttavia, la corona, la quale per prima indica il titolo nobiliare del casato che la espone. Si useranno, pertanto, corone d'oro formate da un cerchio brunito o rabescato, gemmato, cordonato ai margini e sostenente le insegne del titolo o dignità.

Gli stemmi appartenenti al casato De Filippis Delfico sono sormontati da due corone differenti:

- corona cimata da quattro fioroni d'oro (tre visibili) alternati da dodici perle disposte tre a tre in quattro gruppi piramidali (due visibili). Tale aspetto equivale alla corona di Marchese (stemma Delfico).

Stemma famiglia Delfico

Stemma famiglia Delfico

- corona cimata da sedici perle (nove visibili) sostenute (fig.a sx) o meno (fig a dx) da punte, corrispondente al    titolo di Conte (stemmi De Filippis Delfico, De Filippis).

Stemma famiglia De Filippis Delfico

Stemma famiglia De Filippis  (Palazzo Delfico, Teramo)

Stemma famiglia De Filippis Delfico

Stemma famiglia De Filippis  (Palazzo Delfico, Teramo)

Per entrambe esistono ulteriori fogge tollerate, riportate qui di seguito:

Tollerate di marchese:

Fig. 1

Fig.1

Fig. 2

Fig.2

Fig. 3

Fig.3

Fig. 4

Fig.4

Tollerate di conte:

Fig. 5

Fig.5

Fig. 6

Fig.6

Fig. 7

Fig.7

Fig. 8

Fig.8

Fig. 9

Fig.9

 

La Costituzione della Repubblica non ha abolito o soppresso i titoli nobiliari, li ha semplicemente disconosciuti: non pone, infatti, alcun divieto all'uso pubblico o privato da parte di chi ne sia investito; diversamente accade per i pubblici ufficiali, i quali hanno il dovere di omettere ogni indicazione del titolo nobiliare negli atti da essi formati.
Nessun organo statale, dunque, sia amministrativo sia giudiziario, potrà ulteriormente attribuire ufficialmente titoli nobiliari, né gli aventi diritto avranno "la facoltà di esperire un'azione giudiziaria diretta, in via principale, ad ottenere una sentenza accertativa della spettanza di un titolo nobiliare". 

Così precisato dagli articoli 6, 7 e 8 del Codice Civile: tutela del diritto al nome anche sotto il profilo dell'affermazione della propria identità storica familiare: "il cognome indica l'appartenenza di un individuo ad un determinato gruppo familiare; nel nostro ordinamento repubblicano non trova tutela alcuna l'interesse a vedersi riconosciuta l'appartenenza attraverso la famiglia, ad una determinata classe o casta sociale, o un determinato attributo nobiliare, ma si giustifica invece la tutela del nome completo, servendo questo ad individuare uno specifico gruppo familiare che può avere tradizioni storicamente e socialmente rilevanti".

Così già nel 1915 la Suprema Corte: "Secondo il significato che gli storici attribuiscono alla parola cognome, deve intendersi per esso quel nome dopo il proprio che è comune alla discendenza, ma, dove diversi siano i rami nei quali un'antica famiglia si sia frazionata, è naturale che gli appartenenti ai medesimi sentano il bisogno di meglio distinguere le loro nuove rispettive formazioni con appellativi speciali (...). Per questo si trova nei migliori lessici italiani attribuito alla parola cognome anche il significato di titolo d'onore col quale altri sia cognominato. E, se così è - per cognome deve intendersi non la sola denominazione comune di varie famiglie discendenti da un medesimo stipite, ma l'indicazione specifica destinata a farle meglio distinguere l'una dall'altra - non si potrà sul serio contestare che anche il titolo nobiliare sia un elemento interessante l'efficienza del cognome".

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Fonti bibliografiche:

"Diritto Nobiliare" di Gherardo Guelfi Camaiani; "Araldica Gentilizia" di Giorgio Aldrighetti

"Enciclopedia UTET, sezione di Araldica"; "Eniclopedia Zanichelli 1999, sezione di Araldica"

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Fotografie degli stemmi a cura di Fausto Eugeni