De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Nei giardini Delfico

scritto non firmato [Serafino Mariani?]

Racconto di un intrattenimento serale in musica e prosa tratto dalla pagina della cronaca del giornale IL NUOVO ABRUZZO, anno  I, n. 53 diretto dall’avvocato Serafino Mariani

Teramo 3 luglio 1902

 

Anche lunedì passato, dalle ore 20 alla mezzanotte circa, si svolse uno scelto programma di divertimenti, nei giardini Delfico. La folla accorsa era molto numerosa, cosa che l’elegante pubblico femminino gremiva quasi interamente lo spazio riservato dinanzi al teatrino. L’illuminazione era splendida e l’aspetto dei giardini illuminati e pieni di gente era superbamente fantastico.

Prima vi fu concerto di banda, la quale, disposta fra i grandi alberi, eseguì una serie di pezzi, fra i quali quella bellissima fantasia su mazurka del maestro Costantini.

Poi ebbe principio lo spettacolo in teatro, col Cinematografo (scene famigliari) in due atti di A.[nna] Vertua Gentile [1850-1926 scrittrice di romanzi rosa]. I personaggi di queste scene furono alcune graziose e vivaci signorine: e precisamente le signorine Antonietta De Santis, Graziella Giovannozzi, Maria Paludetti, Iole Recchia, Ermelinda Gazzera; tutte dirette dall’infaticabile Gammelli.

Seguì la farsa: Una tazza di thè, nella quale tornarono a distinguersi quei valenti giovinetti che oramai possono dire di essere esperti del palcoscenico e di avere acquistato quella verve e quell’affiatamento che tanto li rende simpatici al pubblico che già da un mese frequenta i giardini. Ugo Catenacci, primo attore giovine, Raffaele Marini prima attrice in perfetto carattere femminino, Guido Napoletani il comico esilarantissimo e Aristide di Furia, tutti indistintamente rappresentarono con diligenza e intelligenza la loro parte, anche con ottima dizione e movimento scenico. Furono applauditissimi come sempre. E qui ci piace rivolgere ancora una sentita e meritata lode all’ottimo prof. Giuseppe D’Alessandro che pone tanta cura e tanto amore a concertare e a dirigere queste recite.

Per ultimo il Napoletani ottenne il solito clamoroso successo di ilarità con parecchie delle canzonette più nuove, come: Tre studienti int’o mercato; Don Ciccillo; E’ cazette nire.

Negli intervalli del trattenimento prestava servizio un concertino della Cetra.

Salvatore Di Giuseppe (1852-1930), Via del Burro, con la "Fontana delle Piccine", il palazzo, i giardini Delfico e i cavalcavia (1907). DA "Teramo com'era, Roma, Editalia, 1996, p.243

Salvatore Di Giuseppe (1852-1930), Via del Burro, con la "Fontana delle Piccine", il palazzo, i giardini Delfico e i cavalcavia (1907). DA "Teramo com'era, Roma, Editalia, 1996, p. 243

"IL NUOVO ABRUZZO", anno I, n. 53, Teramo 3 luglio 1902

"IL NUOVO ABRUZZO", anno  I, n. 53, Teramo 3 luglio 1902

"IL NUOVO ABRUZZO", anno I, n. 53, Teramo 3 luglio 1902

"IL NUOVO ABRUZZO", anno I, n. 53, Teramo 3 luglio 1902

"IL NUOVO ABRUZZO", anno  I, n. 53, Teramo 3 luglio 1902