De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

family web site

Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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La cappella gentilizia della famiglia Delfico

nell'antico camposanto di Teramo

di Luciana D'Annunzio

Con l'editto di Saint Cloud del 1804 i francesi disposero la costruzione dei cimiteri fuori le mura delle città, in luoghi arieggiati e distanti dai centri abitati  soprattutto per norme igienico-sanitarie, poiché l'uso corrente era quello di seppellire dentro le chiese, sia cittadine che rurali. Ma l'applicazione di questo editto si rese oltremodo difficile tanto che, anche dopo il decennio francese (1806-1815), la provincia di Teramo non aveva ancora provveduto alla costruzione del cimitero. Con il ritorno dei Borboni fu emanata la legge 11 marzo 1817 n. 653 che indicava la fine del 1820 come termine ultimo per l'attuazione dei camposanti. Pertanto l'ingegnere Carlo Forti fu di nuovo chiamato ad occuparsi del reperimento del luogo adatto alla costruzione ed a redigerne il relativo progetto. La questione già iniziata nel 1811, fu annosa  e di non facile soluzione per le varie difficoltà che si frapponevano alla scelta del sito, prima fra tutte le ostilità dimostrate dai proprietari dei fondi. Finalmente il 17 settembre  1819 l'intendente comunica al ministro dell'Interno che, dopo lunghe indagini svolte, l'unico sito idoneo per la costruzione del camposanto si trovava fuori Porta Madonna, a sud del convento dei Minori Osservanti di Santa Maria delle Grazie  a circa 800 palmi di distanza dal predetto convento e dalle ultime case ed a 80 palmi più in basso del loro livello,  precisamente nel luogo di confluenza dei fiumi Tordino e Vezzola. I lavori furono affidati all'appaltatore Domenico Marinari e, non appena iniziati, furono sospesi nel 1821 per le note vicende politiche.

Inoltre, il luogo prescelto ed approvato dal re non dava le garanzie richieste poiché, sotto il terreno alla distanza di un palmo, si notava la presenza dell'acqua, problema questo che causò molti disagi e portò, come vedremo, alla dismissione del cimitero dopo appena un secolo di vita. Dunque i lavori rimasero fermi per tale causa ma anche per la permanente mancanza di denaro nelle casse comunali. Arriviamo così al 1838 quando il timore di una pestilenza – a Napoli, l'anno precedente, era scoppiato il colera morbus -  indusse il sindaco Marcozzi a chiudere urgentemente tutte le sepolture nelle chiese della città ed a riprendere i lavori della costruzione del camposanto sospesi nel 1821. E finalmente dopo le interminabili vicende il 1 agosto 1839 il camposanto, delimitato attorno da ottanta cappelle gentilizie, assegnate e da assegnare ad altrettante famiglie fu inaugurato e benedetto dal vescovo Alessandro Berrettini alla presenza dei cittadini e delle autorità civili e militari.

Per l'occasione Gregorio De Filippis Delfico compose un'ode "In memoria della consecrazione del camposanto di Teramo, il dì primo agosto 1839".

"Teramo - Città capitale della Provincia". Camposanto vecchio, particolare da una stampa del 1841

"Teramo - Città capitale della Provincia"

Camposanto vecchio, particolare da una stampa del 1841

La morte inaspettata del marchese Orazio Delfico colse di sorpresa i famigliari che, dopo la colmatura della loro tomba sita nella cattedrale di Teramo, non avevano ancora provveduto ad acquistare una sezione nel nuovo camposanto cittadino per costruirvi la sepoltura, secondo il progetto ed i regolamenti previsti. L'istanza di Gregorio De Filippis Delfico rivolta al sindaco di Teramo con il versamento di ducati 17.54, per mano dell'incaricato Carlo Ginaldi, reca infatti la stessa data della scomparsa di Orazio: 12 novembre 1842. E' per tale "…urgente circostanza che il defunto venne riposto in uno dei tumuli laterali alla Cappella del camposanto provvisoriamente, ma chiuso, comunque, con pietra calce e gesso per impedire qualunque nociva esalazione…" In verità Orazio Delfico nel suo testamento in forma mistica, scritto il 15 luglio 1835, aveva lasciato precise disposizioni circa le sue esequie "…Voglio che il mio funerale sia semplice. Il cadavere sarà trasportato chiuso nella cassa dalla sola Compagnia del Rosario di cui sono Confratello e dal Parroco colla croce, e seppellito così chiuso nel Duomo nella sepoltura gentilizia di mia famiglia tra le ossa dei miei buoni antenati, proibendo ogni altra qualsiasi pompa funebre e precisamente il luttuoso suono dei sacri bronzi". A questo punto Gregorio De Filippis Delfico si trova nella necessità di agire con sollecitudine per togliere il congiunto dalla sistemazione temporanea e così chiede all'intendente e questi al sindaco di poter acquistare quella sepoltura, dove era stato momentaneamente collocato il marchese Delfico, e che nel progetto doveva servire, assieme all'altra, da sacrestia alla Cappella impegnandosi, qualora gli fosse stata concessa, a farla utilizzare per l'impiego cui in origine era stata destinata e che soltanto il sottoposto tumulo sarebbe rimasto per uso della propria famiglia, offrendo la somma di ducati 100. Il decurionato con delibera 24 novembre 1842 con ventuno voti a favore ed uno contrario concede ai Delfico quanto richiesto. Il Consiglio d'Intendenza accorda l'approvazione il 7 dicembre 1842, valutando la non indifferente somma offerta dal Delfico, che avrebbe risollevato non poco le povere sorti delle casse comunali. Vane le proteste di alcune famiglie teramane, l'altra sepoltura laterale, per la stessa somma ed alle stesse condizioni fu concessa, l'anno successivo, alla famiglia Savini.

Pianta generale vecchio cimitero urbano di Teramo

Pianta generale vecchio cimitero urbano di Teramo

Archivio di Stato di Teramo, Prefettura II 41, s.II, b. 153,f.1165

(Autorizzazione Prot. n. 1.9127/28.01.00 del 10.01.2008, per concessione del Ministero Beni e Attività Culturali)

Pianta generale vecchio cimitero urbano di Teramo (particolare indicazione "cappella Delfico")

Pianta generale vecchio cimitero urbano di Teramo (particolare indicazione "cappella Delfico")

Archivio di Stato di Teramo, Prefettura II 41, s.II, b. 153,f.1165

(Autorizzazione Prot. n. 1.9127/28.01.00 del 10.01.2008, per concessione del Ministero Beni e Attività Culturali)

Per i danni conseguenti alle continue infiltrazioni d'acqua il camposanto fu per anni sottoposto ad interminabili lavori di manutenzione che lo resero sempre più malsano ma anche insufficiente a causa dell'incremento demografico della città. Si iniziò così a pensare sin dai primi anni del 1900 ad un altro sito individuato a Piano Pavone (Cartecchio) dove già nel 1906 erano iniziate le inumazioni.

Nel 1937, quaranta cittadini proprietari di cappelle gentilizie con un esposto chiesero al ministro dell'Interno, di evitare la chiusura del vecchio cimitero e di permetterne la trasformazione in "sepolcreto privato", ma questa come altre iniziative furono vane cosicchè il prefetto Bianchi, viste le misure predisposte dal comune di Teramo per facilitare il trasferimento delle sepolture dal vecchio al nuovo cimitero di Piano Pavone, sentito il parere favorevole del Consiglio provinciale di Sanità decreta che dal 1° gennaio 1938 il vecchio cimitero di Teramo sia soppresso. Le proteste proseguirono inutilmente, anche il vescovo Gilla Vincenzo Gremigni scrisse al prefetto nel luglio del 1945 di intervenire con saggezza e spirito cristiano per la risoluzione della difficile situazione del cimitero ed anche per "il timore che sia trasformato in campo sportivo" e il prefetto diede le sue garanzie rassicurandolo…ma così non fu!

La famiglia De Filippis Delfico che da tempo si era trasferita a Montesilvano, provvide a traslare in quel cimitero i propri cari, mentre nella cattedrale di Teramo una epigrafe, posta nell'abside a destra, ricorda la sepoltura di Melchiorre Delfico.

Ingresso del vecchio cimitero di Teramo, in una immagine del 1939

Ingresso del vecchio cimitero di Teramo, in una immagine del 1939

(Immagine tratta da "L'antico camposanto di Teramo attraverso  le immagini di Pasquale De Antonis", op. cit.)

Chiesa vecchio cimitero di Teramo, in una immagine di seconda metà anni 60 (sulla sinistra si scorge la cappella Delfico)

Chiesa vecchio cimitero di Teramo, in una immagine di seconda metà anni 60 (sulla sinistra si scorge la cappella Delfico)

(Immagine tratta da "L'antico camposanto di Teramo attraverso  le immagini di Pasquale De Antonis", op. cit.)

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Riferimenti archivistici e bibliografici

Archivio di Stato di Teramo, Intendenza Borbonica, b. 837, Prefettura II 41, serie II, b. 153, ff. 1164-1165, Atti dei Notai, notaio Gaetano Grue di Teramo, b. 1432, vol. 1

Biblioteca Provinciale "M .Delfico" Teramo, G. De Filippis Delfico, In memoria della consecrazione del camposanto di Teramo il dì primo agosto 1839, B.A.G-IV-17/2. Ringrazio Fausto Eugeni per avermela indicata.

AA. VV. L'antico camposanto di Teramo attraverso le immagini di Pasquale de Antonis – Retrospettiva storica tra inediti fotografici e documenti d'archivio, S. Atto di Teramo, Edigrafital  2001.