De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

family web site

Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Eppure, una grande occasione virtuale

l’abbiamo perduta sette anni fa. Realmente

di Paola Peluso

Selezionato da "Illustri avatar passeggiano in città. Un progetto straordinario di realtà virtuale per visitare Teramo… camminando nel passato", in "La Città", febbraio 2010

 

Melchiorre Delfico redivivo prende per mano i visitatori dell’omonima Biblioteca teramana, li accompagna tra scaffali e archivi zeppi di libri e storia, e si racconta, passeggiando per le spaziose stanze impregnate di cultura e testimonianze. Il tutto, rigorosamente in 3D, in una versione multimediale che sfrutta architetture ed elaborazioni virtuali più che all’avanguardia.

No, non parliamo di un’ appendice al progetto "Teramo città virtuale" che il Governo Brucchi ha sponsorizzato alla BIT milanese a fine febbraio scorso e che ambisce a classificare il nostro capoluogo tra le poche città italiane ad aver scelto la promettente strada del "multimediale" per la fruizione di tutto ciò che è Cultura. Facciamo semplicemente leva sulla memoria delle "occasioni perse" di questa città, limitandoci a rispolverare un progetto che avrebbe sì consentito a Teramo di giocare d’anticipo rispetto al resto del Paese. Esattamente sette anni fa.

Un progetto multimediale di virtualizzazione dei luoghi della Biblioteca Delfico, con tanto di personalizzazione dei percorsi interni e di modalità d’interazione con un Melchiorre delfico "guida turistica" d’eccezione in versione 3D: idea a portata di PC che, primo caso in assoluto in Provincia di Teramo e in Abruzzo, ha tentato di promuovere una visita virtuale a 360 gradi di un luogo di cultura, come la nostra Biblioteca. Un progetto affatto calato dai laboratori del CNR di turno, ma ideato, disegnato e confezionato in loco, da giovani esperti ed appassionati di informatica, due ingegneri teramani che, all’epoca, nel 2003, si avventurarono nella creazione di una società (l’integra di Mosciano Sant’Angelo) che oggi annovera decine di commesse in tutta Italia e dignitosi risultati nel panorama della progettazione dei sistemi informativi e ingegnerizzazione dei servizi per la Pubbliche Amministrazioni. La visita virtuale della Biblioteca Delfico è il progetto che la Provincia di Teramo dell’epoca Ruffini, anno domini 2003, si è lasciata letteralmente sfuggire. Sì sfuggire.

E sette anni, sfogliati al ritmo delle innovazioni di cui si nutrono l’ingegneria informatica e la tecnologia multimediale, significa aver perso l’occasione di giocare un "unicum" rispetto al resto del Paese. Basti pensare che la portata innovativa di quell’idea-progetto, qualche anno dopo, avrebbe animato, in qualche Paese molte miglia lontano, l’architettura multimediale da cui sarebbe nato "Second Life". E non saremo noi oggi a ricordare il suo successo planetario. Nel 2003, il progetto virtuale siglato dal teramanissimo ingegnare Antimo Battistoni completava la tesi di Nicola Catenaro dal titolo: "Il Piano di comunicazione per la riapertura della Biblioteca Delfico di Teramo", premiata dal ComPa insieme ai lavori di altri due giovani teramani, Stefano Cianciotta ed Enzo Gramenzi, tutti prodotti per il conseguimento di un Master presso la scuola di Amministrazione Pubblica.

L’idea-progetto sviluppata da Integra è rimasta, però, nel cassetto. Incompresa, per difetto di lungimiranza e cronica penuria di fondi, dall’Amministrazione provinciale dell’epoca. Mai ripreso, rimane ancora oggi un’occasione persa. Per la nostra Biblioteca, per la promozione turistica di un luogo di cultura per tutte le età. Un’occasione persa per Teramo stessa.

Sarebbe bastato fidarsi, per una volta. Senza aver paura, sette anni dopo, di dirsi "in ritardo".

"La Città", febbraio 2010

"La Città", febbraio 2010

"La Città", febbraio 2010

"La Città", febbraio 2010