De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Epistolario

Melchiorre De Filippis Delfico

Melchiorre De Filippis-Delfico alla madre Marina.

Lettera datata Napoli, 17 gennaio 1857

Ubicazione del manoscritto: Archivio privato

A cura di Lina Ranalli

Napoli 17 gennaio 1857

 

Carissima Mammà

Come voi ricevete le mie lettere attrassate, a causa dei tempi cattivi, così anch'io ricevo le vostre con ritardo. Per esempio, ieri ho ricevuto due vostre carissime, una in data dei 9, e l'altra in data dei 13 del corrente mese. Le vostre buone nuove e quelle di tutta la famiglia, mi consolano, mentre di me posso dirvi altrettanto. Mi dispiace che siate in pena per me, ed io vi assicuro che se potessi, con il massimo piacere ritornerei costì, onde rendervi contenta. Ma siccome non ci vedo un preciso bisogno, e riflettendo alla pessima stagione che corre, ed al trapazzo del viaggio, così vorrei piuttosto attendere  la prossima buona stagione per godere un mese in vostra compagnia. Vi assicuro intanto che quì si sta nella massima tranquillità, e vi prego ad essere tranquilla sul mio conto. Del resto, se voi mi comandate che io tornassi costì, non tarderò un momento ad eseguire i vostri comandi. Mi occuperò subito della vostra commessione della carta, e con la messaggiera che parte lunedì, o al più tardi, con la posta di mercoledì, ve la manderò, procurando che sia ben condizionata. Zia Amalia anche mi ha detto che si occuperà subito per gli abiti che gli avete commessi, ma dovrete pazientare un poco, perchè la vostra lettera gli è giunta con ritardo. Vi prego di dire ad Ambrogio che eseguirò il suo comando, ed in ventura risponderò alla sua gentile lettera.

Vi dissi in passata che aveva finalmente ricevuta la robba, ora ve lo ripeto, e vi fò sapere ancora, che il numero delle salsicce è minore di quello che mi avete indicato, per cui avendone mandato 50 a zio Giovannino, e 50 a Perrelli, una trentina che ne restano, non o' coraggio di mandarle a De Giorgio, tanto più che non mi sembrano molto buone. Troppo tardi mi dite l'affare dei gallinacci, due soli mi giunsero semivivi, ed io non sapendo a chi mandarli, li diedi a zio Giovannino, il quale si può dire che ne ha avuto un solo, perché l'altro morì appena lo ricevè. L'olio non ancora l'ò ripartito, per mancanza di tempo, ma me ne occuperò subito.

O' deciso di rimanere in questa casa, ed ò riconfermato l'affitto per un altro anno. Se deciderete di far venire Michele, vedrò di accomodarlo alla miglior maniera.

Se non vi riesce d'incomodo, vorrei che mi mandaste il mio mensile di febbraio.

Finisco, pregandovi dei miei soliti saluti a tutti di casa, mentre con rispetto vi bacio la mano, e mi ripeto.

 

Il Vostro Aff. mo Figlio

Melchiorre

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Un ringraziamento particolare al Dott. Tommaso Santoro per aver messo a disposizione il documento originale.