De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

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Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Epistolario

Melchiorre De Filippis Delfico

Melchiorre De Filippis-Delfico alla madre Marina.

Lettera datata Napoli, 7 gennaio 1857

Ubicazione del manoscritto: Archivio privato

A cura di Lina Ranalli

Napoli 7 gennaio 1857

 

Carissima Mammà

Rispondo alla vostra carissima in data del 3. del corrente mese, la quale principalmente mi consola per le buone nuove che mi reca di voi e di tutta la famiglia, mentre di me posso assicurarvi lo stesso, godendo ottima salute.

Vi ripeto ciò che vi ò detto con altre mie, cioè che la robba che mi doveva essere inviata da Pescara, sino ad oggi, non mi è pervenuta. Questo ritardo, che voi supponete che sia avvenuto per cattivi tempi, mi sembra troppo lungo. Io credo, che, o non è partita detta robba, oppure qualche disgrazia è accaduta la strada facendo. Basta, attendo con premura che me ne diciate qualche cosa.

La notte di Domenica scorsa, verso le dieci e mezzo, si sentì ripetere la medesima esplusione avvenuta pochi giorni fa (1), se non chè vi fù maggior spavento attesa notte. Un vapore che stava ancorato in rada e che dovea partire la mattina, è saltato in aria. Si accese la polveriera. La rottura dei vetri è stata minore ma lo spavento, come vi ò detto, fu maggiore, dal perché, la pressione dell'aria, nel momento dello scoppio, fece smorzare tutti i fanali a gas. Figuratevi la confusione per tutta la città. Io fortunatamente mi trovava in casa, dopo aver passata la sera ai giochi di Cavalli; e siccome pioveva dirottamente, pensai di ritirarmi piuttosto che andare a vedere il ballo a S. Carlo; dove mi hanno detto che vi fu molta confusione, perché anche colà il gas si smorzò, e si rimase al buio. Si dice che le vittime di una simile disgrazia ascendono al numero di 50. -, e sarebbero state dappiù se tutto l'equipaggio si fosse trovato imbarcato. O' voluto raccontarvi questo avvenimento, perché so che costì le notizie giungono sempre molto esagerate, e voi potreste mettervi in pensiero per me. Ma non dubitate perché io mi fò il fatto mio, come lo è stato sempre.

Sento con piacere che costì si aprirà il teatro, e son sicuro che ci andrete qualche volta per divagarvi.

La notizia della supplica che voi mi rimetteste tempo fa ve la diedi con la passata posta, perché non sò che altro dirvi.

Vado vedendo per qualche casa, ma vi assicuro che è una cosa molto difficile. Basta, spero di trovarla come la desidero, altrimenti bisognerà che mi contenti di rimanere nell'attuale; e ciò ve lo farò sapere subito che avrò deciso.

Finisco intanto pregandovi dei miei soliti saluti a tutti di casa, mentre con rispetto vi bacio la mano, e mi ripeto.

 

Il Vostro Aff.mo Figlio

Melchiorre

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(1) ... il 17 dicembre, lo scoppio della polveriera nel porto militare, e il 4 gennaio del 1857 un'esplosione fece saltare in aria la fregata "Carlo III" carica di soldati e di munizioni destinati in Sicilia. Tratto da : Michele Topa, Così finirono i Borboni di Napoli, Napoli, Fiorentino, 1960. pag. 74

Un ringraziamento particolare al Dott. Tommaso Santoro per aver messo a disposizione il documento originale