De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

family web site

Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

Homa page 

Dalla neurofisiologia allo studio della filosofia intellettuale

di Eleonora Gabriele

L’age des lumieres è anche rivoluzione scientifica che affonda le proprie radici nel seicento e procede, magnis itineribus, per tutto il settecento con un continuo fiorire di ricerche, sperimentazioni ed invenzioni che determineranno il destino delle conoscenze e delle potenzialità scientifiche dei secoli a venire. Dall’elaborazione del metodo sperimentale di Galileo con la conferma della teoria eliocentrica, alla formulazione della legge di gravitazione universale di Newton, ai francesi Cartesio e Pascal, i tedeschi Keplero e Leibniz, all’italiano Torricelli, che con la dimostrazione dell’esistenza del vuoto, pose fine alle discussioni filosofiche sull’horror vacui e lavorò alla riscoperta del rinascimento delle teorie di Archimede, il progresso conoscitivo più consistente è, senza ombra di dubbio, di matrice illuminista. Anche la Medicina conquista traguardi d’importanza fondamentale; tra tutti corre l’obbligo di ricordare le sperimentazioni dell’inglese Jenner con l’introduzione del vaccino contro il vaiolo. In un contesto così ricco di fermento intellettivo, il nostro Delfico, vero rappresentante in Italia del secolo dei Lumi, secondo Eugenio Garin (filosofo e storico italiano), oltre a rivolgere la sua attenzione verso ciò che maggiormente ha caratterizzato il suo operato in veste di politico, filosofo ed economista, propone (1) un approccio innovativo alle teorie medico-scientiche dell’epoca ed una sostanzialmente inedita visione della indissociabilità tra corpo e mente incentrata sullo studio di una primordiale neurofisiologia, dalla quale prenderanno le mosse tutte le conquiste conoscitive successive in materia (corre l’obbligo di ricordare le splendide tavole anatomiche dell’incisore Bernard all’interno dell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert).

Encyclopédie (1751-1767) di Diderot e D'Alembert. Tav. XI "Visione anteriore del corpo umano spellato". Dal ciclo Anatomia (incisore Bénard).

Egli incentra, comprensibilmente, le proprie riflessioni sulla ragione, questa distinta proprietà della specie umana, che nei suoi gradi di perfezionamento fa il maggior distintivo degl’individui, ed afferma che, benché dietro l’autorità d’illustri nomi fosse già molto estesa la dottrina che le cognizioni tutte siano un processo della sensibilità, e che per mezzo dell’intiero sistema nervoso ci facciamo strada nell’intendimento, questa verità fondamentale non fu generalmente compresa ed accettata, con grandissimo danno de’progressi della ragione. Con questa affermazione, il Delfico sembra riferirsi alle indicazioni di filosofi come Locke e Condillac, i quali, sebbene avessero intuito l’importanza della sensibilità quale elemento non secondario della conoscenza (teorici del sensismo), conservavano un posto di prim’ordine all’anima, descritta come luogo originario di ogni attività dell’uomo. L’intuizione della genesi neuromediata del pensiero è, per converso, parte integrante degli studi del medico, fisiologo e filosofo francese Cabanis, il quale, insieme a Destutt de Tracy, aderì alla Società des Observateurs de l’homme, alla quale il Delfico non partecipò effettivamente, ma ne fu un convinto sostenitore (testimonianza ne sia il carteggio tra Melchiorre Delfico e Destutt de Tracy del quale si riporta uno stralcio).

Destutt de Tracy a Melchiorre Delfico, 23 settembre 1816

Destutt de Tracy a Melchiorre Delfico, 23 settembre 1816

Destutt de Tracy a Melchiorre Delfico, 23 settembre 1816

Destutt de Tracy a Melchiorre Delfico, 23 settembre 1816

Lo dimostrano gli scritti in materia che costantemente riportano all’importanza dello studio del sistema nervoso per la comprensione del pensiero. Egli afferma, infatti, che: "…or se il più prezioso fenomeno della vita umana è il pensiere, e lo studio della fisiologia è quello che ne fa conoscere i primi elementi, e fino a un certo punto si conduce a vedere come esso nasca in noi, come si elevi, si estenda e diffonda su tutti gli oggetti, coi quali siamo in correlazione, ciò prova visibilmente l’importanza della cosa, anzi la necessità di dirigervi la più energica attenzione". Il Delfico non manca di sottolineare come anche l’Antropologia non possa prescindere dallo studio delle meravigliose funzioni per comprendere il processo di graduale civilizzamento, nel quale, se compariscono le tracce dell’antico stato, si travedono pure ben fondate le speranze di una possibile migliore esistenza. Risulta, inoltre, estremamente interessante ed innovativo il suggerimento per il quale appare necessario uscire dal retaggio oscurantista del passato al fine di proiettarsi verso un’epoca positivista in grado di scuotere gli animi e garantire i necessari progressi: "…ciascun infatti conosce che se da più di un secolo possiamo essere lieti nel vederci liberi dalla schiavitù delle sette, le quali sotto le insegne dell’ignoranza e del pregiudizio facevano eterna guerra alla verità, pure l’Europa è ben lontana ancora dal vedere combinate le opinioni in modo da elevarsi a quelle unità di principj, che il culto di tal Diva assolutamente richiede". Pertanto: "se dai sensi le sensazioni derivano e ne sorgono le idee, è ben giusto il prevedere, che le sistematiche dissensioni a poco a poco si andranno dileguando, secondo che avanzeranno le cognizioni positive, le quali furono sempre le foriere della ragione". Nell’ottocento, infatti, le conoscenze anatomiche tradizionali si embricheranno con gli straordinari sviluppi dell’istologia che culmineranno nella formulazione della cosiddetta "teoria del neurone" e del "sensorium commune", entrambe primordi delle conoscenze sulla natura dell’impulso nervoso. Primo tra tutti, Galvani, già nel secolo dei lumi, superò la dottrina della "vis nervosa", intuendo che l’impulso nervoso è un fenomeno di natura elettrica e fondando le basi per gli studi di Matteucci, il quale giunse a dimostrare l’esistenza di un flusso di corrente elettrica e, conseguentemente, di una “differenza di potenziale”, nonchè il fondamentale concetto del “potenziale d’azione”. Altrettanto rilevanti risultano le intuizioni di Gall, la cui fama è legata soprattutto alla sua teoria delle funzioni cerebrali. Egli, traendo spunto dall’organologia di Bonnet e dalla fisionomica di Lavater, suddivise la corteccia del cervello e cervelletto in tanti territori differenti e interpretò ogni area corticale come organo distinto. Il Delfico, intuendo l’importanza di tutto ciò che di lì a poco sarebbe scaturito in maniera inarrestabile, ribadisce che: "…è ben da sperare perciò che la Fisiologia giunga presto a conoscere completamente tutta la serie de’fatti e de’rapporti che costituiscono la vita, che fanno nascere la ragione e ci possono guidare alla virtù; poiché così la specie umana potrà facilmente rientrare nel sentiero della perfezione, e liberandosi a poco a poco dagli effetti degli antichi falli e delle successive aberrazioni, corra lieta la strada della sua destinazione...onde ottenere il finale intento di mens sana in corpore sano, e soddisfare pienamente alle condizioni della creazione. Tutto è da sperarsi dai travagli vostri e di tanti illustri Colleghi sparsi sulla superficie dell’Europa con quella distinta marca d’onore che vi dichiara Ministri e Sacerdoti di Sofia". Il Delfico chiude le sue riflessioni a riguardo con un appello accorato agli scienziati, agli studiosi, ma soprattutto ai politici dell’epoca, perché investano risorse ed impegno nel processo riformatore tutto, che consenta un concreto sviluppo culturale, sociale ed antropologico al fine di raggiungere quel grado di civilizzazione degno della Creazione.

_______________

(1) Rif. Della importanza di far precedere le cognizioni fisiologiche allo studio della filosofia intellettuale, (1823), pubblicata da Ricerche&Redazioni nel 2007, a cura di Aldo Marroni