De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Dal 1818 al 1918 in 18 giornali

L' "Incontro fortuito" di Melchiorre De Filippis Delfico

di Ottavio Di Stanislao

 

All'inizio del 1918, in un momento particolarmente delicato per le sorti della I guerra mondiale, dopo la disfatta di Caporetto, per sostenere il quinto prestito nazionale diretto a finanziare lo sforzo bellico, furono pubblicate, per iniziativa dell'editore Luigi Bertelli di Roma, le riproduzioni di 18 giornali che avevano visto la luce nel periodo risorgimentale e venivano inviate in tre serie da sei dietro il versamento di una lira. Era evidente l'intento di sottolineare come la partecipazione dell'Italia al conflitto fosse in continuità ideale con il processo risorgimentale avviatosi nel secolo precedente. Si trattava di testate che accompagnarono i principali periodi del Risorgimento: da titoli più noti quali "Il Conciliatore", "La Giovine Italia", "Il Risorgimento", "L'Opinione" a fogli come "La Torre di Babele. Giornale caos di tutti i colori", periodico napoletano che si ricollegava esplicitamente al quarantottesco "Arlecchino", presente nella prima serie.  La copia riprodotta era il numero 2 del I novembre 1860 che conteneva una vignetta di Melchiorre De Filippis Delfico dal titolo "Incontro fortuito". Si era nei giorni in cui si compiva l'unità d'Italia; Garibaldi era entrato a Napoli il 7 settembre e successivamente aveva sconfitto l'esercito borbonico sul Volturno mentre Francesco II si rifugiava nella fortezza di Gaeta. Nello stesso periodo Vittorio Emanuele II scendeva la penisola alla testa dell'esercito piemontese e sconfiggeva le truppe pontificie a Castelfidardo rendendo possibile l'annessione al regno d'Italia dell'Umbria e delle Marche. Varcato il fiume Tronto il 15 ottobre, il 29 dello stesso mese il monarca sabaudo incontrava l'eroe dei due mondi a Caianello, ed è a tale circostanza che fa riferimento la caricatura con le sembianze  di Vittorio Emanuele II, di Garibaldi e del re di Napoli. Realizzata a pochi giorni dall'evento la vignetta coglie la storicità del momento, ma anche gli stati d'animo dei protagonisti. Al sopraggiungere di un Vittorio Emanuele accigliato, fa da contrappunto un Garibaldi in rilassata attesa, mentre Franceschiello è spettatore impotente asserragliato nella fortezza di Gaeta. Melchiorre De Filippis Delfico, vignettista ilare e sagace, evidentemente vuole sottolineare il disagio del monarca che sta per ricevere un regno conquistato da un personaggio quale Garibaldi, visto dai benpensanti come un "irregolare" non titolato.  Ma proprio a causa di tale vignetta il giornale, che aveva visto la luce solo due giorni prima, fu soppresso dal governo dittatoriale perché "(…) offende il senso morale del paese con caricature le quali si riferiscono a persone inviolabili". Il giornale risorse con il nome di "Arlecchino" dopo pochi giorni ironizzando sul provvedimento di Polizia: "Considerando che la Torre di Babele offende il senso comune con caricatura di un ordinanza la quale va contro i diritti inviolabili della stampa: in virtù dei poteri conferitici da Guttemberg, il già soppresso giornale "Arlecchino" ritorna alla luce".

Melchiorre De Filippis Delfico, "Incontro fortuito"

Melchiorre De Filippis Delfico, "Incontro fortuito"