De Filippis

 

De Filippis-Delfico

 

(Teramo, 1820)

biblioteca - archivio virtuale

Stemma famiglia De Filippis-Delfico, Teramo, 1820

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Delfico

(Napoli, sec. XVIII)

(Teramo, sec. XV)

Stemma famiglia De Filippis, Napoli, sec.XVIII

Stemma famiglia Delfico, Teramo, sec.XV

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Biografia di Filippo De Filippis Delfico

di Giovanni Di Leonardo - Maria Rita Bentivoglio

Filippo De Filippis Delfico

Filippo De Filippis Delfico

(Proprietà della Biblioteca Provinciale "Melchiorre Dèlfico", Teramo)

Nasce a Teramo, il 23 marzo 1827, figlio del Conte di Longano, Gregorio De Filippis e di Marina Delfico; muore a Montesilvano il 10 gennaio 1907. Patriota e massone.

Già nel 1848, col fratello Troiano, è uno degli animatori della lotta risorgimentale nel Teramano. Quando si abbatte la repressione, sfugge all'arresto riparando in Francia; rientra in Abruzzo nel 1860.

In particolare, anche su mandato di Troiano, è il principale referente di Pietro Marrelli, da Teramo, per i preparativi e l'organizzazione della Campagna nell'Agro Romano del 1867.

Essendo stato Venerabile della Massoneria, per un certo periodo, al suo funerale, celebrato a Teramo, c'è un breve saluto dell'Avvocato Francesco Di Girolamo, per conto della Loggia teramana. Un breve suo profilo viene tracciato dall'assessore comunale, Dott. Vincenzo Guerrieri Crocetti, il quale lo dipinge come uomo appartenente alla «vittoriosa legione eroica di forti abruzzesi»; e ne dà l'idea di chi ha fatto «tutto per la grandezza della Patria [...] per adempiere il vaticinio degl'invincibili apostoli della rinascenza italiana». Conclude il suo discorso promettendo di rivolgersi con «religioso rispetto» e «venerazione filiale» alla tomba che conserverà «gli avanzi di un forte e gentile cavaliere abruzzese, di cui oggi stretti in profondo cordoglio, lagrimiamo la morte».

 

Mente equilibrata e versatile, pronta alla percezione, animo alto e generoso ‑ audace nel periglio, indomito alla rea sorte; [...] Filippo Delfico rappresentava veramente la gloriosa leggenda del cavaliere abruzzese, magnanimo ed operoso.

 

Certo, i tempi burrascosi della nostra epica rivoluzione gli vietarono di perfezionare i pregi della mente, laddove a noi resterà sacro e perenne tesoro di virtù cittadine, la memoria del suo nobile carattere fermo in mezzo alla depravazione e fiacchezza universale. Carattere austero, adamantino, che trovò in Giuseppe Mazzini l'amoroso maestro ed in Giovanni Bovio il fratello prediletto e caro. [...] Gli avvenimenti che segnarono il suo apparire sul mondo politico, diranno delle sue lotte civili, traverso alle quali risplendé il suo grande amore per la libertà e per la patria, alla quale diede i primi palpiti ed i fremiti potenti della pensosa giovinezza* .

Imponente è la manifestazione che accompagna quest'uomo, «incarnazione perfetta di patriottismo e di libero pensiero», nel suo ultimo viaggio.

* cfr Le funebri onoranze a Filippo De Filippis Delfico, in «L'Italia Centrale», 16 - 17 gennaio 1907, p. 3.

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Biografia tratta da: Giovanni Di Leonardo - Maria Rita Bentivoglio, Garibaldini in Abruzzo (1860-1870), Mosciano Sant'Angelo, Media, 2002, pp. 43-44