A più riprese mi è capitato di occuparmi di Melchiorre De Filippis
Delfico (1825-1895), un artista conosciuto in Italia, nella seconda metà
dell'Ottocento, per la sua attività di musicista e di caricaturista.
L'occasione nasce questa volta dalla presentazione al pubblico – 5
maggio, Sala di Lettura di via Nicola Palma – della ristampa di una
serie di caricature in bianco e nero, tratte dal giornale satirico
napoletano "Arlecchino – giornale caos di tutti i colori". Sono dodici
tavole che hanno come protagonista Giuseppe Garibaldi, l'eroe dei due
mondi di cui si è celebrato da poco a Teramo il bicentenario della morte
con una ricca mostra documentaria presso la Biblioteca provinciale.
Non mi soffermo sul tema del valore del caricaturista né sulle
caratteristiche della sua opera per cui rimando senz'altro al bel saggio
di Maria Paola Fabiocchi, contenuto nella presentazione della cartella,
e agli articoli de' "L'Araldo abruzzese": Due chiacchiere e una
mostra (23/1/2005), Artisti di casa Delfico (14/10/2007).
Mi preme piuttosto mettere l'accento su quanto Siriano Cordoni,
presidente dell'associazione culturale "Il Poliorama" che ha patrocinato
l'iniziativa, dice nella Introduzione della cartella stessa.
Il dottor Cordoni spiega come non abbiano mai avuto riscontri le
ricerche fatte dagli studiosi in merito a una presunta collaborazione di
Melchiorre De Filippis Delfico con il giornale satirico londinese
"Punch" e come invece gli sia capitato di trovare la prova della
collaborazione di Delfico con un'altra rivista inglese. Sfogliando
infatti per caso il volume In Vanity Fair (1982, a cura di Roy T.
Mattews e Peter Mellini), che ha ristampato tutto il materiale
illustrativo edito dalla nota rivista inglese nel corso degli anni della
sua pubblicazione (gennaio 1869-febbraio 1914), Cordoni si è imbattuto
in un riferimento molto puntuale su Melchiorre De Filippis Delfico. Il
quale viene citato non solo come un maestro napoletano dell'arte della
caricatura ma anche come l'autore di sette caricature, pubblicate su "Vanity
Fair" tra il 14/12/1872 e il 01/02/1873. Successivamente, al dottor
Cordoni non è stato difficile rintracciare le tavole sudette sul mercato
antiquario.
Le ho potute vedere. Sono molto belle: eleganti, a colori, hanno le
caratteristiche tipiche del migliore Melchiorre De Filippis Delfico. Un
caricaturista che senza eccessi, garbatamente, riesce a ridicolizzare
personaggi famosi della politica, dell'arte, della finanza,
dell'esercito, della nobiltà, mettendo grandi teste su esili corpi ed
enfatizzando appena un poco gli atteggiamenti tipici, la gestualità, le
espressioni del volto.
La scoperta fatta da Siriano Cordoni ci sembra oltremodo interessante
perché, mentre ci informa del ritorno nella nostra città di opere
sconosciute di un artista importante, ci dà la prova del riconoscimento
a livello europeo del valore di un caricaturista formatosi a Teramo
nella scuola di pittura diretta dal maestro Pasquale Della Monica. E ci
piace pensare che quasi contemporaneamente a Gaetano Braga – il
violoncellista originario di Giulianova che suonò spesso a Londra (oltre
che a Parigi) tra gli anni '50 e gli anni '70 dell'Ottocento – e poco
prima di Francesco Paolo Tosti – il musicista originario di Ortona che
fu maestro di musica dei figli della regina Vittoria e risiedette per
lunghi periodi a Londra tra gli ultimi decenni dell'Ottocento e i primi
anni del Novecento – un altro abruzzese, discendente della nota famiglia
Delfico, abbia portato l'arte italiana nella Londra vittoriana.
|
 |
"L'Araldo abruzzese", anno CIV, n. 20,
1 Giugno 2008 |
|
 |
"L'Araldo abruzzese", anno CIV, n. 20,
1 Giugno 2008 |
|