Se il voto è l’espressione della volontà individuale, se l’esercizio più
o meno esteso di questa costituisce la libertà morale, tutto ciò che
direttamente o indirettamente vincola, si oppone, o disvia questa
volontà, sarà un atto dispotico lesivo della libertà e di quei diritti
dei cittadini che hanno la base nella giustizia naturale e nella
costituzione sociale. Il dispotismo che impone il silenzio del terrore,
la corruzione che compra la viltà, la ipocrisia e la furberia che
ingannando esercitano una pressione morale qualunque, e finalmente i
sofismi che mascherano la verità, saranno atti da eccitare giustamente
la pubblica riprovazione a seconda della loro gravità, e, disturbando
più o meno profondamente il regolare andamento degli ordini civili,
attaccando la morale e la giustizia, getteranno i popoli nella
incertezza e nei dubbi, fatali precursori delle scosse violente e dei
disordini sociali.
In che modo questa libertà sia stata rispettata nei comizi elettorali
passati, a tutti è noto, quando gli stessi alti e bassi funzionari dello
Stato e persino gli amministratori della giustizia divenivano agenti
elettorali, quando le lusinghe, le promesse, le minacce erano all’ordine
del giorno, e gli atti arbitrari, gli arresti illegali, lo scioglimento
di società patriottiche indicavano la intromissione abusiva di fatto del
governo nella coscienza dei cittadini, di quel governo che diceva
appellarsi al pubblico per essere giudicato! Questo fatale sistema fu
quello che condusse la Francia di Luigi Filippo alle giornate di luglio,
e non ultima cagione che portò la Francia imperiale alla catastrofe di
Sédan. Tali recenti verità storiche non dovrebbero dimenticarsi mai e
servire di esempio e di freno a chi pretendesse per suoi fini
particolari imporsi alla volontà pubblica, o travisando le cose diviarla
dal sentimento del giusto e del vero che non manca mai nel buon senso
delle popolazioni, quando le arti malvagie non ne turbino la severità
dei giudizi.
La franchezza e la lealtà sono le caratteristiche principali di chi ha
dinnanzi a sé uno scopo giusto ed onesto; all’opposto i raggiri,
l’eccitamento alla corruzione, le promesse e le minaccie dinotano
chiaramente che chi le adopera non si propone altro che far prevalere
una ingiustizia, o a discapito del pubblico il proprio individuale
vergognoso interesse.
Tutti i sinceri amici dell’Italia e dell’umanità dovrebbero dunque
collegarsi, affinché la libertà del voto non sia una vana parola e si
eserciti con quella espansione sincera dell’animo che è il risultato di
un giudizio retto ed illuminato. Solo allora il verdetto che ne
risulterà, potrà essere veramente proficuo all’universale, solo allora
il governo potrà avere quell’autorità, o quella forza necessaria per la
sua opera energica e riparatrice, e solo allora potrà ottenersi
veramente quel rispetto e quella osservanza spontanea alle leggi che
tanto interessano il buon andamento della società.
Voglio sperare che le promesse fatte dall’attuale ministero su questo
interessantissimo punto si traducano in fatto; la lealtà degli uomini
che lo compongono può esserci mallevatrice di questo; pur nondimeno
credo dovere della stampa indipendente di insistere senza stancarsi
nell’esigere ad ogni costo questo atto di giustizia e di moralità
reclamato dai più vitali interessi della nazione.
T.[roiano] DELFICO |